lunedì 7 maggio 2012

iTunes Match per l'alta definizione

La Apple ha anticipato il concorrente Google ed è riuscita ad arrivare per prima in Europa (e in Italia) con il suo servizio di archiviazione della musica su cloud, chiamato iTunes Match, disponibile da una decina di giorni anche da noi. In questo modo anticipa anche i concorrenti americani Zune e Rhapsody (e l'europeo Spotify in diversi paesi) consolidando la posizione di leadership di iTunes. Evidentemente è riuscita a superare il veto delle case discografiche (che considerano terra di pirati buona parte dei paesi europei, tra cui sicuramente l'Italia) grazie al fatto che iTunes è ormai indispensabile per i profitti delle case discografiche (vedi il precedente post sul mercato 2011).


Su Internet sono già presenti diverse prove pratiche del nuovo servizio (molto utile) ad esempio quella abbastanza chiara di iPhone Italia.
Nessuna però prende in esame la possibilità di usare iTunes Match anche con materiale audio in alta definizione o in qualità CD. Quelle che seguono sono per intanto informazioni raccolte e sistematizzate dalla documentazione disponibile, mi riservo in seguito di fare un test.

Come funziona
Prima di tutto una sintesi su come funziona iTunes Match. Una volta abbonati al servizio alla modica cifra di 25 € all'anno si può trasferire la propria libreria musicale su iTunes sulla "nuvola" iCloud, il servizio di archiviazione centralizzata di Apple. In realtà vengono trasferiti solo i link, perché se il brano è già presente su iTunes in quanto portale (quindi praticamente, per tutta la musica moderna internazionale) viene semplicemente abilitata la possibilità di scaricarlo o ascoltarlo. La musica che invece sul portale non c'è (musica italiana meno nota o d'annata, ad esempio buona parte del beat, e soprattutto la maggior parte della classica) viene effettivamente trasferito il file sui server della Apple, fino ad un limite massimo di 25.000 brani (o files).

Come avviene l'ascolto
La libreria centralizzata su cloud può essere condivisa fino a 10 dispositivi, che possono essere i PC o i notebook di più persone di una famiglia, sia Mac sia Windows, o gli iPhone o iPad o iPod Touch per un ascolto in mobilità. Non però smartphone o tablet con Android perché lì non c'è iTunes.
L'ascolto avviene accedendo a iTunes o alla app standard Musica come si è sempre fatto, solo che il brano viene prelevato dalla "nuvola" e trasferito in locale per l'ascolto.
Le modalità sono due: download o streaming. Sulla rete ci sono molte discussioni in merito, ma la differenza in realtà è minima. Il vantaggio dello streaming è che si può iniziare ad ascoltare quasi subito, ma in caso di ritardi di connessione l'audio può interrompersi per qualche attimo, come avviene su YouTube. Con il download invece bisogna aspettare che tutto il file sia trasferito in locale ma poi non ci saranno interruzioni. In ogni caso anche con lo streaming il file rimane in locale su una memoria temporanea per eventuali ascolti nei giorni successivi.

La qualità
La cosa buona è che, indipendentemente dalla qualità del brano che avevamo nella libreria musicale, se è presente su iTunes sarà ridistribuito con la massima qualità disponibile sul portale stesso, quindi in molti casi a 256Kbps sul formato AAC, che per la musica moderna è sufficiente per un ascolto di livello non molto lontano dal CD. In caso contrario per la distribuzione dovrà essere usato il file che avevamo nella nostra libreria. Se era in formato compresso lossy, o con perdita (MP3 o AAC che sia) sarà trasferito e ascoltato con lo stesso livello di compressione che già aveva. Se era in formato lossless, o senza perdita (ALAC) sarà trasferito in qualità ridotta, ma sarà mantenuto nella libreria il livello di qualità originario. Per la precisione, come riportato nel supporto Apple, i file in formato Wav, AIFF (equivalente al Wav in ambiente Apple) e ALAC saranno transcodificati in AAC 256 Kbps in locale, in un'area di lavoro separata, e poi trasferiti su iCloud.

In ascolto dalla "nuvola" quindi si avrà anche per questi file audio, in origine in qualità CD o HD, lo stesso livello di qualità del materiale compresso, al miglior livello di compressione supportato.

L'ascolto in alta definizione
Quindi come si fa preservare la qualità audio dei file in alta definizione archiviati su iTunes? Semplice, non usando iTunes Match. Il servizio infatti non è sostitutivo di iTunes, ma aggiuntivo, e la libreria iTunes originale rimane dov'era. Accedendo alla libreria dal PC principale, quello nel quale vengono effettuati i download, gli acquisti o i caricamenti di nuovo materiale musicale. Ovviamente l'applicazione è abbastanza intelligente da ricercare sulla nuvola la musica che si vuole ascoltare solo se non la reperisce in locale, e quindi, sulla libreria direttamente accessibile. Se qui il materiale è HD, sarà ascoltato in HD.
A patto che, lo ricordo, la device sia un PC o notebook Mac, mentre sarà comunque "abbassato" a 16/44.1 se è un dispositivo mobile Apple o un PC o notebook Windows con iTunes.

L'utilizzo tipico vede quindi un PC principale connesso allo storage locale e all'impianto Hi-Fi di casa, come sempre, con in più però la possibilità di accedere all'intera libreria anche da altri PC nella stessa casa e soprattutto all'esterno, in mobilità, o nella casa delle vacanze e così via. E ogni aggiornamento sarà sempre visto da tutti.

E se invece io preferivo Foobar2000?
Non c'è dubbio che scegliere la comodità di iTunes Match comporta come logica conseguenza anche la scelta di iTunes come media player e archivio musicale. E quindi, per i cultori dell'HD, almeno per ora, anche l'obbligo di utilizzare computer con sistema operativo Apple. In teoria però l'utilizzo di Foobar2000 o di JRiver sarebbe sempre possibile, condividendo la stessa libreria fisica, se viene archiviata su una unità di storage in rete locale. E' solo una questione di comodità e di preferenze personali.

Ripulire la musica
Un altro tema che non riguarda l'alta definizione ma che è molto dibattuto è la sorprendente funzione di ripulitura della musica fuori copyright che iTunes Match consente. Il servizio non prevede alcun tipo di controllo sulla proprietà dei file audio che erano sulla libreria iTunes locale e che saranno caricati sul cloud (d'altra parte sarebbe stato assai difficile realizzarlo), e inoltre dichiara che nessun dato ottenibile dal servizio sarà fornito a terzi. Di conseguenza gli MP3 scaricati a suo tempo non da iTunes ma da qualche altra parte o copiati dal disco di qualche amico daranno ora il diritto a scaricare da iTunes Match le stesse canzoni, ma provenienti dall'archivio del portale iTunes e in qualità spesso migliore (AAC 256Kbps).
Com'è possibile questa improvvisa benevolenza?
Tanto per iniziare non c'è nessuna "amnistia" o regolarizzazione da parte di iTunes. In caso di controlli successivi il titolare del contratto di servizio dovrà sempre dimostrare la proprietà del materiale musicale presente. Se è scaricato da iTunes portale avrà una ricevuta di acquisto, se rippato da un CD potrà mostrare il CD originale, altrimenti ... nulla di nuovo.
E' indubbio però che il processo è particolarmente "aperto" rispetto a quello che vediamo attualmente, con la chiusura operata dalle case discografiche, che spesso non rendono disponibile materiale digitale neanche in acquisto in certi paesi (in Italia in primis).

Il meccanismo di iTunes Match
Il motivo è che con il sistema messo a punto da Apple le case discografiche qualcosa ci guadagnano. Per l'ascolto in streaming è infatti previsto il pagamento dei diritti d'autore. E il pagamento avviene per tutti i file audio caricati su iTunes Match, che siano stati regolarmente acquistati o meno. Questo significa che quelli irregolari, se rimangono sul PC di qualcuno, non generano alcun fatturato per il titolare dei diritti d'autore, mentre riportati sulla nuvola fruttano qualcosa, molto poco, ma comunque più di zero. Escono, si potrebbe dire, dalla clandestinità.
E da dove arrivano i soldi per questi diritti? Dai 25 € all'anno, ovviamente. Quindi, non sono note le fee, ma parliamo ovviamente di forfait e di importi minimi, ma sufficienti a quanto pare a vincere le resistenze delle case discografiche. Tutto è reso possibile dalla potenza di Apple e dai numeri che avrà il servizio, oltre che dal fatto che non tutti lo useranno in pieno, come sempre avviene per i servizi in abbonamento. Più i ricavi collegati (pubblicità, merchandise, download generati du iTunes ecc.).


(Nelle immagini, a parte il logo del nuovo servizio (che qualcuno abbrevia in iMatch) le immagini di copertina degli album più scaricati da iTunes nel 2011 in Giappone e in USA e infine qui sopra il malinconico messaggio del concorrente Google Music, evidentemente non altrettanto potente con i possessori della musica.)

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