domenica 10 gennaio 2016

I supporti fisici hanno ancora un senso?

Gli ultimi che hanno acquistato un CD di loro volontà (e non l'hanno ricevuto in regalo per il compleanno da qualche zio a corto di idee) hanno ormai più di 18 anni ed ogni anno questo confine tra persone dell'era pre-CD e post-CD si allontana. Non considerando i vinili che fanno storia a sé, aumentano ogni anno le persone che non concepiscono proprio l'esigenza di comprare e mettere in qualche libreria un supporto fisico per ascoltare della musica. La musica si cerca e si trova soltanto via web, in molti modi, e il web è ormai da più di 5 anni sempre con noi e con loro, grazie ai dispositivi mobili di fascia alta

Sopra questa linea di confine ci sono i meno giovani e gli adulti che hanno comprato i CD e ne hanno magari una piccola collezione, più quelli ormai decisamente meno giovani che hanno comprato gli LP fino alla fine degli anni '80. Il limite per questi ultimi è quindi 40 anni (15 anni nel 1990). Anche questa categoria però è migrata o sta migrando velocemente sul web, chi passando allo streaming, chi al download in alta definizione o in qualità CD, oppure sta trasformando le sue storiche collezioni di CD in musica liquida. Oppure, caso più triste, li sta regalando a qualcuno perché ormai non li sente più.

Quindi sembrerebbe proprio che i supporti fisici di contenuti musicali digitali, ormai veicolati comunemente sul web, abbiano perso ogni motivo di esistere.

Qualcuno li produce e propone ancora
Invece una recente esperienza fortuita mi ha fatto riflettere se il destino ineluttabile dei supporti fisici (per contenuti digitali, il vinile è un'altra storia) sia veramente scritto.
Durante il recente aggiornamento sulla offerta in download per la musica classica, mi sono imbattuto nella particolare politica della nota e raffinata etichetta norvegese 2L The Nordic Sound. Assieme al partner commerciale Klicktrack, mette infatti in commercio la propria produzione oltre che in download digital, fino a risoluzione molto alta (DSD256) e prezzi proporzionati, anche su supporto fisico, precisamente un SACD ibrido con tre opzioni di lettura: SACD stereo, SACD multicanale e CD. Il tutto, e questo era l'aspetto peculiare, ad un prezzo inferiore al download in qualità equivalente (DSD64), precisamente 16 € che diventavano per noi in Italia 18,27 € con la spedizione. Contro 21 € per la qualità equivalente ma solo stereo (o 22 € per DSD64 multicanale).

Una politica diversa da quella di altri siti di case discografiche. Restava solo da verificare cosa mandavano realmente, cosa che ho fatto acquistando per prova le sonate per violoncello e pianoforte e corno e pianoforte op. 5, 7 e 102 di Beethoven eseguite però su fortepiano d'epoca da quotati interpreti delle orchestre norvegesi (come sapete la Norvegia è attualmente il paese della musica, con coltivazione di talenti e promozione anche delle nuove ricerche musicali: se lo possono permettere grazie al petrolio del Mare del Nord che, a differenza di quanto facciamo noi, non si fanno problemi ad estrarre con tutte le cautele per l'ambiente per chi lo vuole comprare, mentre loro nel frattempo puntano sulle energie alternative).
Il risultato è quello che vedete: una elegante ma compatta confezione in digipack comprendente libretto in più lingue (tra cui l'inglese) con commenti precisi sia sulle composizioni sia sulle scelte interpretative sia sugli interpreti.




Un modo diverso di ascoltare
Diverso ma non nuovo: invece di caricare i file su uno storage network e cercarli su una libreria musicale con, immaginiamo la soluzione più comoda, un iPad, e cercare in qualche sito specializzato le informazioni su quello che ci apprestiamo ad ascoltare, mettiamo il dischetto su un lettore multi formato, pigiamo il tasto play, ci sediamo in poltrona con il libretto tra le mani e dimentichiamo per un'ora o poco più qualsiasi oggetto informatico e qualsiasi distrazione che potrebbe arrivarci dal potente sistema "finestra sul mondo". Che ogni tanto ci piacerebbe chiudere almeno per un po'.

Cosa manca
Manca l'altissima definizione, disponibile solo in download, ma come sappiamo il dibattito è in corso da anni sulla differenza che si sente oppure no. Un limite più oggettivo è che si tratta di una scelta irreversibile, o quasi. Il SACD, come noto, è un formato chiuso e per trasferirlo in musica liquida esistono sì dei sistemi, ma tutt'altro che facili ed immediati. Se avessero dato in alternativa i contenuti in DVD sarebbe stato possibile con facilità, ma il DVD Audio è morto da tempo ed inoltre è probabile che sia una scelta non casuale.
I vostri SACD, come i vinili è più dei vinili, rimarranno in formato solido anche perché questo è il plus che offrono. Maggiore comodità e concentrazione nel momento "sacro" dell'ascolto come ai buoni vecchi tempi della musica non pervasiva, a fronte di una maggiore scomodità di fruizione (o totale impossibilità se non abbiamo un lettore CD) quando siamo fuori casa. Qualcosa di simile ai libri, comodi da leggere, belli da vedere come i bei libri con la copertina rigida e/o la buona carta e magari belle foto, ma se andiamo in vacanza o vogliamo leggere sulla metro un Kindle o un Kobo sono imbattibili.

In sintesi
Volete staccare la spina dagli apparati elettronici (lettore a parte) almeno quando ascoltate la vostra musica preferita? Volete essere sicuri che le vostre raffinate e mirate scelte musicali arrivino ai vostri nipoti o pronipoti? (con qualche avvertenza: vedi questo altro post). Fate parte della ristretta schiera degli appassionati di classica che ascoltano anche in multicanale? Un oggetto fisico e anche elegantemente realizzato per voi da' ancora più senso al prezzo pagato? Il supporto fisico per voi ha ancora un senso e può farvi persino risparmiare. Per gli altri può essere un'alternativa da provare.


2 commenti:

  1. Fabio Mare18/1/16

    Mi trovo in pratica sul limite per "i meno giovani e gli adulti che hanno comprato i CD e ne hanno magari una piccola collezione, più quelli ormai decisamente meno giovani che hanno comprato gli LP fino alla fine degli anni '80". Sono nato nel 1976 e tra pochi giorni compirò 40 anni. La musica che ho ascoltato da bambino in modo "inconsapevole" proveniva da LP o musicassette (quest'ultime nei viaggi in auto), poi quando sono passato alla fase "consapevole" a cavallo tra gli anni '80 e i '90, ho iniziato la mia collezione di CD, insieme a quella di LP (oltre ai vinili ereditati), che continuo tuttora. Curiosamente, due degli album che amo di più li ho ascoltati in versione LP nella prima metà dei '90... E'vero, nel frattempo ho provato il download in alta definizione e in qualità CD, e ho trasformato la mia collezione di CD in musica liquida. Però no, i CD regalati no. Tra l'altro io sono un ascoltatore strano, in genere in ritardo sui tempi: sto scoprendo adesso i SACD, dopo soli 16 anni! Comunque mi ritrovo in quello che hai scritto (il momento "sacro" dell'ascolto, la similitudine coi libri) e mi fa piacere vedere che ancora si realizzano oggetti come il SACD della 2L (che ho già voglia di comprare, anche solo per come è confezionato...). Grazie per il post e scusa per il mio lungo commento.
    Saluti.

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  2. Anonimo19/1/16

    Anch'io ho scoperto da poco i sacd. Infatti prima era difficile trovarli nei negozi e i lettori costavano molto, ora su amazon c'è ampia offerta e devo dire che sono molto soddisfatto dal loro ascolto in modalità 5+1.
    Altra cosa per cui il supporto è indispensabile sono i blu-ray musicali: catalogo enorme online (escluso per gli artisti italiani, dove c'è il vuoto totale), qualità elevatissima e grande soddisfazione per l'ascolto in multicanale.
    I dischi li ascolto in flac, mai da sorgenti come spotify o simili, perché generano troppe distrazioni e troppo spesso si finisce in una superficiale navigazione musicale fine a se stessa

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