sabato 29 ottobre 2016

LocalCast in prova

Il post precedente era dedicato al tramonto del lettore CD rimpiazzabile da una qualsiasi device in grado di connettersi ad un servizio di streaming musicale e, sempre senza fili, in wi-fi, anche al nostro impianto. Un servizio streaming non copre però tutta tutta la musica del mondo, e quindi serve qualcos'altro per ascoltare con la stessa comodità quello che resta fuori. Serve una app compatibile con Chromecast e che tramite il protocollo DLNA possa accedere alla libreria musicale dove abbiamo scaricato o digilitalizzato la nostra musica "extra streaming".

App di questo tipo sulla carta e sullo store sembrano molte ma poi in pratica non è così, la maggior parte sono limitate alla musica già presente sul tablet o sullo smartphone. Che può anche essere un'alternativa ma, poiché queste device non hanno mai una memoria molto ampia, comporta la necessità di trasferire e poi cancellare i file musicali. Operazione peraltro per niente agevole su iOS, e in ogni caso qualcosa che ci allontana dallo scopo: ascoltare la nostra musica senza perdere tempo nei preparativi.

LocalCast presentato su Google Play Store come una delle applicazioni per Chromecast
LocalCast 
Dopo diversi test risulta che, almeno ora, la app LocalCast del programmatore Stefan Pledl, sembra essere una delle poche, se non l'unica, che soddisfa (quasi) tutte le esigenze. Probabilmente non a caso è evidenziata in Play Store di Google. Esiste anche in versione free per chi non trova disturbante la pubblicità, ma per liberarsene bastano 4,99 €.

Il funzionamento è molto semplice e adotta l'approccio, ora prevalente, della interfaccia minimal. Peraltro non personalizzata tra tablet e smartphone e ottimizzata per il secondo e meno efficace sul primo (dove funziona solo in verticale).
Aprendo la app, si collega automaticamente alla musica che abbiamo sul tablet (o sullo smartphone, faccio riferimento al tablet, perché è più comodo come sorgente, la prova in particolare è stata fatta su un iPad). Quello che ci interessa però è il collegamento allo storage server, i comandi sono su una stretta sbarra blu in basso e il comando è "DLNA/Upnp". Se abbiamo attivato in precedenza lo storage server lo vedremo tra i servizi DLNA disponibili e non dovremo far altro che cliccarci sopra per aprirlo e navigare sui vari menù, per arrivare alla musica che ci interessa. Si può navigare per album o artisti oppure per la struttura a directory che abbiamo organizzato sullo storage server.

Arrivati a questo punto si incontra la prima limitazione: non esiste una funzione di ricerca. Bisogna scorrere la libreria per cercare l'album che vogliamo ascoltare. Sembra strano e ho scritto all'assistenza; non mi hanno ancora risposto, ma sembra proprio che non ci sia, non possono averlo nascosto così bene. Se la libreria è di qualche decina di album nessun problema, occorre un attimo. Se è di centinaia come nel mio caso ci vuole un po' di tempo soprattutto se il titolo è verso il fondo dell'ordine alfabetico (comanda sempre quello). Non ci vuole comunque molto, serve solo un po' di pazienza. In alternativa si può cercare anche per directory, l'importante però è che il nome dell'album compaia all'inizio del file, perché nella visione compatta (la più comoda) non tutto il nome file è visualizzato.

Le immagini che descrivono il funzionamento della app sono in fondo all'articolo.

Altra limitazione 
Le immagini, le copertine degli album, aiuterebbero molto nella ricerca. Ma, non so se per limitazioni di DLNA o anche di questa app, una cosa così semplice diventa invece complicata. Tanto per cominciare per farle vedere a LocalCast, ma anche  ad altri player, devono avere un nome standard, "folder". Già un bel po' di lavoro inutile. Poi per motivi che non sono riuscito a scoprire, a volte non sono comunque visualizzate. La situazione quindi, per chi non ha pazienza e tanto tempo da dedicare a queste operazioni, è come nella figura visibile più avanti. 
A questo si aggiunge che, sempre chissà per quale motivo, forse perché l'interfaccia è ottimizzata per gli schermi più piccoli degli smartphone, l'immagine viene comunque compressa e, quando è utilizzata durante la funzione play, diventa sgranata e inguardabile (l'esempio che si vede dopo è uno dei migliori). Poco male, non è certo una cosa essenziale, ma visto la banalità di questa funzione ci stupisce di essere ancora ai livelli di un Commodore 64, per chi si ricorda di cosa si sta parlando. 

Il player in azione
Accettate queste limitazioni, anche perché pare proprio che di meglio non ci sia, tutto quello che rimane da fare si riassume in pochi passi:
  • una volta avviata la app, scegliere come localizzazione della musica DLNA/Upnp (le altre sono Local file e Web, con LocalCast si può infatti accedere anche alla propria area cloud su Drive o Dropbox, ovviamente affidando le proprie credenziali di accesso a loro)
  • tra i server visualizzati scegliere quello che ci interessa (Lacie nel mio caso)
  • scegliere l'area predefinita Music e quindi la modalità di navigazione tra Album / Artist / All Tracks / Genre e By Folder. 
    • Album: in ordine alfabetico, alla fine è la più comoda;
    • Artist: per niente comoda, una volta selezionato il musicista le sue canzoni sono elencate in ordine alfabetico;
    • All Tracks; se sono migliaia la ricerca in ordne alfabetico è da escludere
    • Genre: anche qui, se non fate ordine prima sulle proprietà assegnate automaticamente, ne troverete decine (90 nel mio caso), quasi inutile quindi;
    • By Folder: si naviga in modo tradizionale per directory. Peccato che per ragioni di spazio vengono mostrate solo le prime 2-3 parole e quindi se avete creato una directory con il nome del musicista o del gruppo e poi il titolo dell'album, trovare un album, poniamo, dei Creeedence Clearwater Revival, non sarà per niente facile; soprattutto perché, come si diceva prima, l'immagine della copertina non sempre ci sarà.
  • attivare la connessione con Chromecast usando il tasto giallo in basso (le casse risponderanno con un "dung")
  • scegliere l'album o una canzone, lanciare il player e godersi la musica.
Nel seguito il funzionamento della app per immagini.

LocaCast all'avvio si presenta così: accede ai file musicali in locale.

Selezionando la minuscola immagine in basso a destra
con la scritta "More" si accede al pannello di controllo

Il pannello di controllo con i parametri configurabili
Per ascoltare i file audio sullo storage server bisogna selezionare in alto DLNA/Upnp.
Viene mostrato subito lo storage server in rete (se è accesso). In questo caso un Lacie.

Accedendo al Lacie viene mostrata le organizzazione dei contenuti standard di DLNA.

Selezionando Music vengono mostrate le categorie standard di DLNA

Aprendo quindi la visualizzazione per album (con visualizzazione compatta) vengono mostrati
gli album presenti. Con le immagini della copertina presenti o no in base ai capricci della app o di DLNA.

Scegliendo un album, se c'è un'immagine, la visualizzazione
sullo schermo dell'iPad è così. Per ascoltare la canzone su Chromecast bisogna prima
cliccare sulla minuscola immagine in basso a destra e selezionare l'unità.
Si sentirà sugli altoparlanti un suono tipo "dung" che conferma la connessione.

Scegliendo infine una canzone da ascoltare il player si presenta così.
La immagine di copertina di  Jackie DeShannon è sgranata,
ma in molti casi l'effetto è anche peggiore.
Tutta la grafica è progettata per uno smartphone e su iPad è piuttosto carente.

In sintesi
Un prodotto non certo all'altezza di Apple Music come grafica e interfaccia utente, ma le funzioni essenziali ci sono e consentono di ascoltare anche la nostra musica "fuori streaming" senza difficoltà, comodamente seduti in poltrona, e facendo tutto dal nostro tablet, dove potremo magari anche seguire il testo di una canzone, se è in una lingua che non è la nostra. L'importante è non usare l'iPad come uno strumento di distrazione. 

sabato 22 ottobre 2016

Il lettore CD non serve più

Era il primo componente per una catena audio che si rispetti, la sorgente dalla quale scaturiva il suono che, se carente all'origine, il resto dei componenti non poteva certo migliorare, ma ormai è diventato qualcosa che sta andando nel limbo di quegli oggetti che non compra più nessuno ma non sono ancora vintage e neanche si sa se mai lo diventeranno. Come un vecchio cellulare, più o meno.

Può servire ancora soltanto al possessore di grandi librerie musicali tutte su CD e che ascolta solo i suoi CD o quasi e che non ha problemi di spazio e moglie che spinge per occupare i suoi, di spazi.
Come il protagonista di un divertente film del 2015 con Ben Stiller, dove una coppia di quarantenni (Stiller appunto, con Naomi Watts) fa amicizia con una coppia di venticinquenni e Stiller realizza di essere fuori tempo confrontando la sua parete di obsoleti CD con la parete di vinili del suo nuovo amico.

Il più classico e diffuso tra i lettori CD dagli anni '90 in poi: il Marantz CD-63

Ma per tutti gli altri il CD ha perso da tempo ogni utilità. Non ce l'ha per tutti quelli dai trent'anni in giù che di CD ne hanno pochi (o nessuno) e quei pochi li hanno lasciati nella cameretta che mamma e papà non hanno ancora riutilizzato perché non si sa mai. Gli ascoltatori di questa generazione come sappiamo sono circa di due tipi: gli ascoltatori interessati ad altro e poco alla musica, che l'ascoltano in sottofondo e non pensano proprio all'acquisto di un impianto dedicato, e gli ascoltatori più appassionati ed esigenti, che volentieri si metterebbero in casa un buon impianto, o che saprebbero riconoscerlo ed innamorarsene. A loro si rivolge questo post.

Il Lettore CD lo abbiamo già 
Si, perché questo mestiere lo può fare il tablet o anche lo smartphone che abbiamo già, non importa se è un iPad o un iPhone o un modello con Android. Per sostituirlo completamente bastano solo due economici upgrade, già trattati in precedenza sul blog:
  • un contratto per l'ascolto della musica in streaming in qualità CD
  • un componente di rete prodotto da Google e chiamati Chromecast Audio
Il costo non si può considerare elevato: per il Chromecast Audio, considerando che include anche un DAC in alta definizione e pure piuttosto valido, bastano 39 € (vedi la prova qui).
Per un servizio streaming, dipende dall'interesse per la musica.

Può essere caro per chi l'ascolta in sottofondo da YouTube o da una radio in heavy rotation come RDS o Radio Subasio (nessuna accezione negativa, magari ha altri nobilissimi interessi, o vive bene così ed è liberissimo di farlo). Ma per un appassionato anche medio di musica, che comprava 1-2 CD al mese o magari anche di più, e' straordinariamente conveniente. Con il costo di un CD al mese (19,9 € per l'abbonamento standard) può ascoltarne uno diverso al giorno, o anche 2 o più, dipende dal suo tempo, per tutto il mese. In modo perfettamente legale.

Qualità CD in streaming + Chromecast
Qui c'è la novità e quindi la motivazione per un nuovo post. I servizi in streaming ascoltabili in Europa in qualità CD sono 2: Qobuz e Tidal. Il primo è compatibile con Chromecast Audio ma non è disponibile ufficialmente in Italia. Il secondo è disponibile ufficialmente in Italia ma fino a poche settimane fa non supportava Chromecast. Ora, da qualche settimana, supporta anche il DAC Wi-Fi di Google e quindi possiamo affermare senza più vincoli negativi che il lettore CD non serve più, nel senso che con il nostro iPad possiamo avere la stessa qualità di riproduzione di un lettore CD e la stessa ampiezza di catalogo, cioè tutta la musica del mondo pubblicata su CD.


Obiezione 1: ma la qualità CD e' proprio indispensabile?
Il riferimento è implicito ed e' ovviamente a Spotify o Apple Music, che costano la metà di Tidal. La risposta è sì, se vogliamo la stessa qualità del CD. Che poi si riesca sempre a sentire la differenza è un dibattito aperto. Ma molti, incluso chi scrive, possono testimoniare che affinando col tempo la capacità di ascolto, ovvero "abituando l'orecchio" la differenza si sente. Anche se con i servizi streaming compressi non si perde molto, nella versione premium, soprattutto per la musica moderna e non acustica.

Obiezione 2: ma il lettore CD ha un DAC di qualità superiore a Chromecast
Può darsi (anche se non sempre, se il lettore non è recente), ma Chromecast Audio e' espandibile a piacere grazie alla uscita composita digitale - analogico. Anziché il DAC interno può essere usato quindi un DAC esterno, a patto che abbia un ingresso S/PDIF e che sia auto alimentato. Anche se meno comuni di quelli solo USB ne esistono decine di ogni prezzo, comunque. Per chi ha un lettore CD o multiformato con ingresso S/PDIF esiste anche la possibilità di collegare Chromecast (con un cavo non incluso nella confezione, da acquistare a parte) anche a questo ingresso e utilizzare il DAC interno del lettore, ammesso che sia migliore come qualità audio.

Obiezione 3: perché per forza questo componente di Google?
No, naturalmente esistono altri componenti che fanno lo stesso mestiere, con varianti nelle funzioni e possibilità di connessione in più o in meno, come ad esempio Sonos Connect. Ma costano molto di più (anche 10 volte) senza dare molto di più. Può darsi che la situazione cambi in futuro, ma ora è così. E per una volta si può indicare un prodotto specifico che è senza concorrenti, ora.

Obiezione 4: ma sul servizio streaming non c'è tutta la musica del mondo!
Qui Spotify o Apple Music verrebbero utili, perché quello che non c'è e' veramente poco, ma comunque qualcosa manca, in particolare:
  • La musica nazionale di non grande notorietà
  • La musica classica e lirica di particolari interpreti, inclusi quelli più noti al momento
  • La produzione e della nota casa discografica ECM specializzata nella nuova musica, l'etichetta dove pubblicano artisti di grande importanza come Keith Jarrett, Jan Garbarek o Meredith Monk e molti altri.
  • La produzione di altre etichette specializzate e "audiofile"
Per la classica se vogliamo ascoltare il terzo concerto di Rachmaninov non potremo quindi ascoltarlo nella esecuzione della pianista virtuosa e diva Yuia Wang, ma non mancheranno valide alternative. Ma per tutti gli altri casi non abbiamo alternative: dobbiamo comprare il CD, o addirittura convertire in digitale un vinile. Quindi, serve ancora un lettore CD, sembrerebbe. Ma non è così.

Una nota artista impegnata nella musica contemporanea e sperimentale
che pubblica con ECM è Meredith Monk 
Il lettore CD non serve neanche per la musica non in streaming
In questi casi, che però non saranno molti, e' soltanto necessaria una operazione preliminare, ormai piuttosto comune: il ripping del CD (vedi qui gli articoli - guida) e l'archiviazione su uno storage server che supporta il protocollo DLNA (praticamente tutti, vedi qui un articolo).
Una volta che il CD raro o comunque non in streaming e' sullo storage, serve solo una app lettore che supporta Chromecast e DLNA, come ad esempio LocalCast (5 € la versione senza pubblicità). 
LocalCast supporta file audio in qualità CD 16/44.1 o anche "quasi alta definizione" fino a 48KHz.

La "non soluzione" Google Play Music
Ci sarebbe un altro sistema più semplice, per alcuni versi, ma meno per altri: utilizzare il player di Google, che si chiama con poca fantasia Google Play Music, e che ovviamente è compatibile con Chromecast. Il vantaggio qui sarebbe che non serve neanche lo storage server, la nostra musica "rara" può essere archiviata nel cloud, negli ampi spazi che Google ci lascia a disposizione per pochi Euro all'anno. Purtroppo ci sono due contro indicazioni molto pesanti: la prima è che anche per un servizio gratuito dobbiamo comunicare la nostra carta di credito, che serve solo in realtà per farci identificare come residenti nel nostro paese. E per impedirci di caricare sullo spazio cloud quello che nel nostro paese non è ammesso mettere lì secondo loro americani (pure se siamo legittimi proprietari avendo acquistato il supporto).


La seconda, anche peggiore, è che la musica caricata, che in formato origine può essere anche lossless (solo Flac e ALAC) viene comunque compressa in MP3 320Kbps. Infine c'è da segnalare anche che i tempi di caricamento sembrano essere veramente lunghi (almeno con un ADSL di media velocità come il mio).



Ultima obiezione: ma l'alta definizione rimane fuori.
Vero, ma si parlava di qualità CD. Servizi streaming in HD ancora non si vedono e l'annuncio del supporto di MQA in Tidal continua a non avere seguito. Per l'alta definizione continua ad essere necessario un network player o un Music server.

In sintesi
Il lettore CD non serve più, un tablet può prendere il suo posto senza alcuna contro indicazione, e anzi l'uso sarà più comodo.