lunedì 11 settembre 2017

Ma la pirateria, che fine ha fatto?

Era la preoccupazione principale della case discografiche fino a non molti anni fa. Il report annuale della IFPI, l'associazione mondiale dei discografici, sembrava più che altro un bollettino di guerra che esaltava le vittorie ottenute nella lotta contro i pirati del web. Poi, più nulla.

Il motivo è semplice, nel frattempo è arrivato l'armistizio con il terzo incomodo, ovvero YouTube ovvero Google. Non venivano più bloccati i caricamenti da parte di milioni di appassionati, ma in cambio veniva assegnata una parte degli introiti pubblicitari ai detentori dei diritti (e zero ai caricatori), detentori individuati automaticamente dal potente software messo a punto da Google.
Alla fine le case discografiche si sono accorte che guadagnavano più così che nella vana guerra ai pirati, per proteggere musica che magari interessava a pochissime persone.

Dall'altra parte gli utenti, gli infaticabili downloaders di MP3, non avevano più alcun motivo di perdere tempo con eMule e soci, e rischiare di essere individuati, visto che potevano trovare tutto e di più su YouTube. Se poi cercavano album interi senza fatica, c'era nel frattempo Spotify gratuito. Un po' di pubblicità e l'ascolto solo in shuffle, ma la parola magica latina gratis giustifica ogni rinuncia.

La pregevole cover (del noto illustratore USA Phil Hays)  del classico di Miles davis con il quintetto che includeva Coltrane. Uno degli album ripubblicati in SACD con copia direttamente dai master, irreperibili sui canali ufficiali 

La pirateria oggi: un fenomeno di nicchia
Non è scomparsa del tutto, però, anche se interessa ad un numero molto ridotto di appassionati di musica. Si indirizza ovviamente a quello che su YouTube o in download non c'è: musica in alta definizione o lossless in qualità CD. La cosa bizzarra e' che molto spesso questo genere di musica non la si trova neanche pagando, da cui si comprende lo scarso interesse delle case discografiche per questa pirateria. Vediamo allora cosa si trova sul web:
  • album in SACD digitalizzati (DSD64) in formato ISO (e di solito anche in PCM)
  • LP digitalizzati da appassionati in formato PCM (di solito 24/96)
  • Album in formato CD di varia provenienza
  • Album in HD 24/192 provenienti dal sistema Pono
  • Album in HD e formato PCM provenienti da siti di download 
I SACD in formato ISO 
Il primo gruppo e' il più interessante. Sono i Super Audio CD prodotti dalla industria discografica dal 2000 in poi, in larga maggioranza classici del rock e del jazz (più classica). Trasferiti in buona parte da appassionati in formato nativo ISO (leggibile dai moderni player e DAC preservando la conversione a 1bit, a detta di molti superiore) grazie alla famosa Playstation PS3 di qualche anno fa abilitata incautamente da Sony alla lettura dei SACD, oppure dagli stessi siti di download ufficiali.

La prima cosa che stupisce ricercando questi file ISO e' l'ampiezza, a noi (italiani) sconosciuta, dei cataloghi SACD, ai tempi in cui le case ci credevano. È sorprendente scoprire ad esempio che l'intera produzione di Miles Davis o dei Weather Report fosse stata resa disponibile anche in alta definizione, ma senza alcuna diffusione in Italia. Mai visti nei negozi, ne' sulle riviste specializzate. Altrimenti, quando i lettori SACD sono diventati accessibili ne avrei certamente acquistato qualcuno. Invece gli unici che ho acquistato sono di provenienza eBay dove si trovavano a buon prezzo negli anni dell'abbandono del formato e prima del suo ritorno di interesse.

Ora sono acquistabili? Non sempre, l'unico sito con DSD accessibile per noi italiani e' HighResAudio (gli altri sono interdetti a noi) e non tutto è disponibile anche per noi, lo si scopre solo al momento dell'acquisto. Per esempio l'album storico di Miles Davis della illustrazione è disponibile solo in PCM (pur essendo il remaster in SACD un riferimento) e comunque non in Italia. Dei circa 20 SACD di Davis solo 6 sono disponibili sui negozi online in HD anche in ISO ma solo uno (In A Silent Way) è disponibile anche in Italia.
Ma non sono stati pubblicati integralmente solo questi classici del jazz, anche per il popolare progressive rock, in SACD e DVD-Audio si trova tutta la produzione dei King Crimson, degli Emerson Lake & Palmer, quasi tutto dei Genesis e così via. Tutto fuori mercato ovviamente.

Gli LP digitalizzati in alta definizione
Altro caso di conversione lunga e complessa e dal risultato non certo, che volonterosi e ammirevoli appassionati mettono a disposizione senza fini di lucro (almeno per loro). Di solito sono però lavori accurati e a volte si tratta di LP non trasferiti su CD o comunque rari.

I CD lossless
Anche questi in realtà sono stati messi in vendita online poco e pochissimo in Italia e poco anche nel mondo (tranne per la classica). Sui siti specializzati in download di musica in HD ovviamente non ci sono, possono esserci su alcuni servizi di streaming che fanno solo download, come Qobuz e non so chi altri, ma Qobuz non è disponibile in Italia. Da aggiungere però che, tranne rari casi di CD rari o di case che non hanno accordi con i servizi di streaming in qualità CD, non c'è proprio bisogno di fare un download per ascoltarli, basta un economico abbonamento streaming.

Il triste caso del lettore Pono e dei suoi file
Come qualcuno ricorda il grande musicista rock Neil Young e' un convinto sostenitore della musica in HD ed ha avuto l'idea, con alcuni finanziatori, di lanciare un lettore post iPod in grado di riprodurre file audio in formato PCM 24/192, concludendo accordi con un discreto numero di case discografiche. Purtroppo per lui l'idea era superata in partenza perché nel frattempo i lettori portatili sono scomparsi, sostituiti molto semplicemente dagli smartphone che abbiamo tutti. Come risultato però sono stati messi sul mercato molti album, anche in questo caso in maggioranza classici in prevalenza del rock, in formato 24/192. Arrivati dopo poco tempo ai siti non autorizzati. 

Il materiale proveniente dai siti di download HD 
Questo è il caso più evidente di guadagno sottratto a qualcuno. Ma molto poco alle case discografiche che questi siti (HDtracks, Acoustic Sound, Higresaudio, ecc.) non li hanno mai sostenuti e neanche agevolati, anzi hanno chiesto percentuali elevate e messo vincoli e ostacoli per la vendita in tutti i paesi. 

Come funzionano 
Non sono basati sul peer to peer come eMule, sono siti (molto spesso russi) organizzati come un elenco di album classificati per genere, artista ecc., con una descrizione anche ampia (presa di solito da Allmusic) e poi i link per scaricare nei vari formati disponibili. A volte è necessaria una registrazione (con pochi dati, in pratica si fornisce solo la email) a volte no. Dopodiché il download teoricamente e' free. Solo in teoria però, per chi non ha pazienza e tempo in dosi molto elevate, perché viene volutamente rallentato e disturbato da pubblicità molto invasiva. Per spingere al vero business, la sottoscrizione di abbonamenti a servizi cloud collegati al sito, che consentono di avere una propria area di memoria, ma anche, guarda un po', di scaricare in alta velocità per un certo periodo i file che abbiamo individuato.

Un sistema ben noto, quello del noto servizio Megaupload poi chiuso per intervento delle case cinematografiche (film e serie Tv sono il vero nuovo fronte per la pirateria) e dei suoi molti emuli, ma che continua con sempre nuovi gestori cloud in se' e per se' perfettamente legali, dipende da cosa ci si mette dentro. In alcuni casi lo stesso servizio può essere usato anche per fornire nuovi file audio digitalizzati al sito lossless, ristabilendo in qualche modo il peer to peer.

Tutto ciò è legale?
Ovviamente no, i siti lossless mettono a disposizione materiale di cui non hanno e non pagano i diritti. Anche se lo facessero senza fini di lucro non sarebbe legale. Infatti ogni tanto spariscono, probabilmente per intervento dei siti di download HD.
Per un utente invece non è detto che sia così. La differenza la fa sempre la regola che una copia di backup di un album di cui siamo legalmente in possesso e' ammessa, purché sia "privata" e di riserva (1). Quindi per esempio una copia digitalizzata in formato CD di un album che abbiamo in LP, non importa se realizzata da noi o recuperata, se non distinguibile, non può costituire un problema. Idem per una copia di un CD, di cui potremmo risparmiare la fase di ripping (ma è sconsigliabile, non sappiamo se è stato eseguito al meglio). Anche nel caso siano in HD potrebbe essere stato l'esito di un upsampling. Un po' più complicata la copia di un SACD che ha un sistema di protezione incluso, ma sostanzialmente anche si questo aspetto la giurisprudenza non è univoca.

Se invece l'utente non ha un originale da lui acquistato i file lossless o HD sono nella stessa situazione di altri formati lossy, nel caso assai comune che ne abbia sparsi tra PC, hard disk USB e smartphone vari. Quindi è una pratica sicuramente da evitare, a maggior ragione nell'era dello streaming gratuito o di qualità a basso costo.

Le esecuzioni public domain
Sempre restando agli aspetti legali, da considerare è anche l'età delle esecuzione. Se anteriore di 50 anni in Europa (ma non in USA) i diritti per l'esecuzione sono scaduti, quindi tecnicamente è considerata di pubblico dominio (come l'album di Miles Davis usato come esempio) e averne una copia non infrange i diritti di sfruttamento commerciale di chi ha pubblicato il disco. Questo almeno dice la legge italiana non facendo distinzione tra prima edizione, ristampe e pubblicazioni speciali, ovvero sul supporto, ma interessandosi solo al contenuto. Non tutte le case discografiche concordano e le legislazioni europee sono differenti da Stato a Stato, e quindi anche una ristampa speciale in HD secondo loro è un'opera di ingegno e quindi tutelata e non public domain. E' questa la posizione che hanno in YouTube, ad esempio. Ma esistono al contrario etichette che pubblicano tranquillamente materale public domain ovviamente a prezzo scontato, quindi addirittura a fini di lucro, senza incorrere in problemi legali. Basta che siano supporti fisici e non distribuiti via web (che non ha confini). A maggior ragione è aleatorio il dolo di chi ne fa un uso solo personale, non lo distribuisce via web meno che mai a fini di lucro.

In sintesi
Siamo sempre nella situazione paradossale di case discografiche e detentori di diritti che adottano politiche economiche incomprensibili. Esiste evidentemente un interesse e quindi un mercato, seppur non molto ampio, per la musica in HD, come dimostra la presenza di siti non autorizzati che comunque devono accontentarsi di briciole, economicamente parlando. Eppure continuano, le case discografiche superstiti, a non mettere a disposizione tutto il loro catalogo neanche nei paesi "buoni" e a vietare la vendita in tutti gli altri. I paesi buoni sono USA e Canada e in Europa solo UK, Germania e non sempre Francia. Poi persiste anche un problema prezzo: 21,5 € per un (quasi inutile) PCM 24/192 e 17 € per un SACD, pur essendo i costi di produzione di musica smaterializzata ovviamente minimi. Sta arrivando però lo streaming in HD, grazie al formato MQA ,e forse presto anche questa nicchia di download si avvierà ad una lenta sparizione come iTunes. Così come la pirateria collegata.

Note
(1) Le cose, come tutto nel campo legislativo del copyright, terremotato dalla digitalizzazione e dalla dematerializzazione, sono un po' più complicate, perché questo diritto è sancito in modo esplicito per il software mentre è stabilito in modo contraddittorio per la musica su supporto fisico (in totale incoerenza), ma sentenze in giudicato hanno stabilito la liceità della copia di riserva per uso privato e ci sono anche pareri secondo i quali anche il superamento della protezione è ammesso in questo caso. 

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