domenica 21 ottobre 2012

I libri in prestito nell'era del Kindle

Dopo la musica liquida sta arrivando, e anche con maggiore velocità, la letteratura liquida. I libri si comprano dematerializzati, sia i romanzi, sia a breve, si spera, i libri di scuola e di studio. A prezzi inferiori, con molte funzioni di lettura in più, senza problemi di riempire le case (come la mia) di biblioteche e mensole che non bastano mai, e portandosi dietro solo un lettore leggerissimo e non tutto il contenuto da leggere su carta. Tra l'altro, è anche ecologico perché si consuma zero carta.

Si prevede un boom tra i regali di fine anno, ma nei libri "liquidi", a differenza che nella musica liquida, manca qualcosa di molto importante: la possibilità di prestarli o di regalarli a qualcuno dopo che li abbiamo finiti. Quello che facciamo da sempre per condividere qualcosa che abbiamo apprezzato e letto con piacere.

Per i libri acquistati tramite Amazon con Kindle sostanzialmente non si può. Teoricamente è possibile, ma con forti limitazioni se vogliamo prestarlo a qualcuno fuori dalla nostra famiglia.

La condivisione in famiglia
Perché faccio riferimento alla famiglia? Perché in famiglia possiamo supporre che ci sia un solo account Amazon, collegato ad una carta di credito del capo famiglia o di qualsiasi altro componente della famiglia o addirittura una carta comune attivata allo scopo, e che si scambi tra i componenti stessi la password per acquistare i libri, il cui costo sarà caricato sulla carta di cui sopra.

A questo punto il libro digitale acquistato, che è protetto molto bene con DRM, potrà essere letto su più dispositivi o app Kindle associati allo stesso account, così come i libri della biblioteca di casa sono accessibili a tutti quelli che vogliono leggerli, o i libri di scuola possono passare dal fratello o dalla sorella maggiore a quello/a minore, se vanno nella stessa scuola e se nel frattempo il testo non è cambiato.

Il prestito
Ma il prestito è anche per un amico o un'amica, una potenziale fidanzata, un collega di lavoro, uno studente a cui il professore con quel libro vuole aprire nuovi orizzonti, o qualsiasi altra situazione che possiamo prendere dai film o dalla nostra esperienza di vita. E' un ottimo modo per non rivedere più il libro, a meno che siamo quei tipi pignoli che si segnano i prestiti e poi li richiedono, questo lo sappiamo, ma a volte è prevalente il piacere di condividere la propria esperienza positiva (o magari negativa e dissuasiva).

In ambiente Kindle non è che non ci abbiano pensato. Non subito, ma qualche tempo dopo il lancio hanno previsto per gli editori una caratterizzazione per i libri digitali. Nel senso che sono gli editori che decidono se per un libro il prestito è ammesso o no. Chiaro che se è possibile prestarlo, pensano gli editori, è più facile che entri nel giro dei libri in circolo sul circuito P2P dopo la eliminazione delle barriere DRM con le apposite applicazioni semi-legali che anche in questo settore, dopo musica e video, sono state prontamente messe a disposizione dei copiatori / distributori. In ogni caso è una scelta e una responsabilità degli editori, non di Amazon che ne esce pulita, la possibilità l'ha data.

Quindi possiamo attenderci che sia una caratteristica non sempre selezionata dagli editori, e certo molto meno per i libri più recenti e/o di maggior successo. Ma per qualche libro è una possibilità che esiste ed è elencata tra le azioni possibili per i libri che abbiamo acquistato e che sono elencati nella sezione "La mia libreria Kindle".
Ma non da noi in Italia. Solo in USA, e non si sa quando (nessun annuncio trovato) da noi.

Quindi attualmente il prestito non è implementato proprio in Italia e quindi non è possibile, neanche per i libri venduti a zero Euro (vedi immagine successiva). Che sia per non implementazione della funzione o per scelta dell'editore, rimangono leggibili solo sui Kindle associati all'account o sulle App Kindle per iPad o altri tablet. Lo so che esistono anche altri sistemi per superare questa limitazione, ma su questo blog non si parla di applicazioni aggira DRM.




Prima o poi però la funzione sarà disponibile anche in Italia. Ma allora scopriremo un'altra limitazione che ognuno potrà valutare se pesante o meno: un tempo massimo per la lettura, pari a 14 giorni (2 settimane, quindi). Puoi prestare il libro, ma chi lo riceve deve sbrigarsi a leggerlo in 14 giorni, poi se proprio si è appassionato e vuole sapere chi è il colpevole, o lo compra o se lo fa dire da chi lo ha prestato. Bisogna anche vedere che libro è, se è Seta di Baricco 14 giorni bastano anche a me, che sono un lettore riflessivo, diciamo così, ma se è L'uomo senza qualità o Il pendolo di Foucault mi sembrano oggettivamente un po' poco. E vanificano il concetto stesso di prestito.

Nella musica non è così
Per la musica liquida invece queste limitazioni non ci sono. Almeno in una cosa la musica e le case discografiche sono più avanti. Il sistema di distribuzione di musica liquida che domina il mercato mondiale (e che è l'unico sostanzialmente disponibile da noi, iTunes di Apple, ovviamente) consente di esportare i contenuti musicali con una semplice masterizzazione su CD. L'operazione si può fare un massimo di 3 volte, ma il CD masterizzato è senza DRM e quindi se ne può fare poi quello che si vuole. Tra cui prestarlo per farlo ascoltare a un amico. Che certo dovrebbe restituirlo, come per il libro fisico, o cancellare il suddetto CD o i file musicali derivati. E magari se alla fine non gli è piaciuto poi tanto, potrebbe anche farlo.
Il problema coi libri è che una funzione di masterizzazione su carta non è possibile (se non usando potenti sistemi di stampa dal costo accessibile solo da grandi organizzazioni, ora e penso ancora per molto tempo).

In sintesi
I libri digitali sono certo molto comodi, ma chi ritiene la limitazione sul prestito importante può anche continuare a tenere in considerazione i libri tradizionali e la loro libertà di utilizzo. Il costo peraltro, almeno per ora, non è molto superiore.

2 commenti:

  1. Secondo me manca una cosa di cui non ci si dovrebbe mai dimenticare parlando di libri: le biblioteche pubbliche.
    Che ti danno la possibilità di leggere legalmente e gratuitamente qualsiasi cosa.
    Tra un libro di carta che costa 100, un libro elettronico che costa 80 e un libro in prestito dalla biblioteca che costa 0, secondo me non c'è proprio partita.

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    1. È anche previsto (sempre in Usa e da qualche parte in Europa) anche un sistema per il prestito stile biblioteca. Ma hai ragione tu. Non ha molto senso, a parte forse la comodità, prendere in prestito libri virtuali quando li puoi prendere reali. Tanto anche quelli virtuali non diventeranno mai una specie di eredità della casa.

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